6 ore Ippociok (alias la prima volta in piano)

Pubblicato il 5 febbraio 2025 alle ore 20:42

E’ tutta colpa di Sara.

“Dai scendi dai monti, c’è un mondo che ti aspetta qui fuori…”

Questa frase e la mia innata capacità di mettermi nei casini hanno fatto il resto: un’iscrizione ad una gara in piano, ma non una qualsiasi ovviamente, una 6 ore ad anello.

Perché in fondo se devi far qualcosa e mandare in vacca la tua reputazione da ultra trailer è giusto farlo seguendo una ricetta completa.

Sara Valdo ha un palmarès impressionante di gare su strada e immaginavo che avesse visto qualcosa che avrebbe potuto far a caso mio anche in questa Ippociok, una competizione con un format che già a descriverlo vien da pensare male:

Un anello di 4,2km con 8+ (otto positivi giuro, tipo le scale per entrare al supermercato) da ripetere quante volte possibili in 6 ore. Normalmente quel dislivello lo faccio per raggiungere la partenza di una ultratrail dal bar dove ho appena bevuto il caffè…

Già il concetto di correre lunghe distanze dopo i 50 anni per semplice divertimento ha sempre fatto aggrottare le sopracciglia a parenti e amici…ma far più di 60km e restare quasi sempre a vista del parcheggio dove hai lasciato l’auto suona proprio da deviati mentali.

Se dovessi comprimere il concetto di una ultramaratona sul piano però ora direi:

Ogni giro un ovetto.

Parti, corri un po’, scherzi un po’, saluti l’asinello che vive nell’ippodromo al km 2 e che giuro mi ha fissato con lo stesso entusiasmo e la stessa espressione per 15 volte di fila (ma chi è asino, io o tu?…non lo so più…) corri ancora un altro po’ magari cecando di copiare lo stile degli altri che sono senz’altro più belli da vedere, ora sei sull’argine del fiumiciattolo in ambiente (quasi) wild che ricorda (molto) vagamente il trail, schivi quelle pozzanghere sullo sterrato nell’ultimo km, controlli la vescica prima del traguardo (la faccio adesso? No dai mi superano, aspettiamo un po’, meglio la colica renale che perdere una posizione) ecco il giro fatto, prendi l’ovetto di cioccolata lo metti nel bicchiere col numero di dorsale (prova scientifica che sono in grado ancora di eseguire banali funzioni intellettuali e quindi sono in grado di proseguire nella gara), mangi i biscotti al ristoro (non ho portato come tutti gli altri gel, barrette aminoacidi, maltodestrine…) e….riparti da sopra.

 

15 volte.

 

Almeno nel mio caso. Che fanno 63km (e 300 metri) in 6ore a 5,4 min/km di media. Lo scrivo perché ne vado fiero, sia mai che qualcuno non creda a questa mia performance nel piattume. Sono 17° in classifica su più di 160 iscritti. Ero partito con l’idea di cercare di andar avanti e improvvisare adattandomi allo scopo…(come i Marines insomma, ma senza pitturarmi la faccia di righe nere col carboncino e soprattutto senza rasarmi i capelli).

Sei soddisfatto mi han chiesto. E che ne so. Era la mia prima esperienza in assoluto sul piano, fatta più per accontentare Sara e provare a vedere se un Ultratrailer sarebbe stato grado di correre in tondo come un criceto sul piano. Non che sia nuovo ai giro giro tondo casca il mondo: Pastrengo 6h trail e il Monte Prealba Up&down (che ho fatto più di una volta e ho in programma di rifare) hanno questa filosofia, però ci sono montagne e dislivelli, sassi con i quali litigare, alberi da conoscere meglio, fili d’erba con i quali parlare, spettri da rincorrere…insomma il mio ambiente naturale.

Qui invece conservo un paio di foto ricordo che evidenziano tragicamente il mio stile, o non stile, o mancanza totale di stile, insomma la mia tecnica inguardabile di corsa...che se confrontata con gli altri abituati a correre su strada fa veramente accapponare la pelle...ed essendo pure il capo area trail della IUTA ne ho avuto di coraggio ;)...

Porto a casa il mio “personal best” in piano (fa figo, lo scrivono tutti anche su Strava) sui 5k, 10k, 21k, 42k, 50k, 6h  e soprattutto la consapevolezza di poter concludere la mezza di Giulietta e Romeo con il RunForCornelia, dandomi il cambio con Vincenzo nel spingere il passeggino di Valentina.

Ah già, questo era un altro dei motivi per i quali mi sono cimentato nella 6h Ippociok: un allenamento per questa mezza maratona. Che poi sia bizzarro che uno corra 63 km perché poi deve farne 21 in gara: beh questo è tutto un altro discorso e obiettivamente anche un mistero…

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Commenti

Stefano Marcello
un mese fa

Solo la criniera al vento 🤠🤠